Il mercato immobiliare e la ripresa economica
di Vittorio De Stasio
Storicamente, il comparto del mercato immobiliare è stato trainante per lo sviluppo economico del Paese.
A partire dalla ricostruzione del dopoguerra l’economia italiana è cresciuta con il mercato della casa: il desiderio di essere proprietario della propria abitazione, di cambiarla al mutare delle esigenze familiari, di acquistarla per la villeggiatura e, ancor di più, eleggerla a bene di investimento primario, ha creato i presupposti per un formidabile sviluppo non solo del comparto edilizio, ma di tutti quei settori industriali in qualche modo legati a questo mercato.
Questo sviluppo, grazie alle creatività e alle indubbie capacità dei nostri imprenditori e artigiani, ha permesso di creare eccellenze riconosciuteci a livello internazionale come, ad esempio, nel settore del mobile e del design dove il mercato di sbocco non è più solo quello interno, ma anche e soprattutto quello globale.
La ripresa del mercato immobiliare
È evidente che, nel momento economico presente, dove il ritorno ad una crescita economica robusta rappresenterebbe l’avvio della soluzione per le maggiori criticità (riduzione del debito pubblico, crisi bancarie e mercato del lavoro), la ripresa del mercato immobiliare costituirebbe un fortissimo fattore di crescita data la sua capacità di trainare tutti i comparti industriali correlati.
Due sono le leve per favorire la ripresa del mercato: la leva fiscale e la semplificazione della normativa.
Gli interventi diretti a ridurre il peso delle imposte, che negli anni sono cresciute a dismisura, dovrebbero essere più coraggiosi. Si dovrebbe dare maggiore certezza sul mantenimento degli sgravi per le ristrutturazioni, permettere di mantenere i benefici legati alla prima casa non limitando ad una sola annualità il periodo entro cui vendere l’abitazione quando se ne acquistata una seconda e, ancor meglio sarebbe, come avviene in altri paesi UE, avere un’unica fiscalità tra prima e seconda casa al livello più favorevole, rivitalizzando il mercato delle seconde case e dell’investimento immobiliare.
È evidente che esistono vincoli di bilancio, ma è altrettanto evidente che un intervento deciso in un momento in cui i tassi di interesse sui mutui sono a livelli così bassi consentirebbe, attraverso la crescita delle transazioni, non solo di compensare il minor gettito, ma di far crescere la domanda in tutti i settori industriali collegati con evidenti benefici anche per l’occupazione.
Unitamente a ciò, sarebbe necessario un deciso intervento semplificativo della normativa e delle procedure autorizzative su base nazionale per evitare che ogni comune adotti regole proprie che costituiscono l’humus ideale per creare burocrazia improduttiva, che è spesso anche l’ambito in cui si sviluppano condotte illecite.